BUTTA IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO

da | Mag 18, 2016 | testimonianze ed interviste | 0 commenti

alex-zanardi-141114143225E’ il 15 settembre 2001, Alessandro Zanardi, conosciuto meglio come Alex, ha 34 anni e quel giorno stava dominando la gara Cart sul circuito di Lausitz, in Germania. Mancano 11 giri al termine della competizione e il giovane si ferma per un rimbocco di benzina così da poter dare il massimo proprio alla fine. L’adrenalina è a mille e il suo obiettivo è solo uno: tagliare per primo il traguardo. Nella foga di ripartire dal pit-stop riceve alcuni schizzi di carburante sulla visiera e perde il controllo della vettura. Dopo un vertiginoso testa coda, tenta di rientrare in pista, ma proprio in quel momento un altro pilota, l’italo-canadese Tagliani, arrivava a tutta velocità sulla sua traiettoria. L’impatto è violentissimo.

Amputazione degli arti inferiori: questa l’unica soluzione per evitare il peggio. Le sue condizioni sono state per lungo tempo minacciate dalle numerose fratture e dal rischio di embolia, ma fortunatamente Alex ce la fa. Si risveglia dopo 20 giorni di coma farmacologico e in quel momento si rende conto che le possibilità che ha di fronte sono solo due. Arrabbiarsi con la vita perché gli aveva portato via le gambe e gran parte dei sogni che lo avevano animato, oppure entrare in una gratitudine che lo avrebbe salvato dalla depressione, dal cinismo e da un orizzonte grigio. Quest’ultima è la strada che decide di percorrere e che lo porterà ad una pienezza inattesa.

La fase di ripresa è stata indubbiamente difficile e ciò che lo ha reso così famoso oggi, non è tanto la sua inequivocabile bravura sportiva, ma la grinta che gli ha permesso di andare avanti e di “buttare il cuore oltre l’ostacolo”. Quell’incidente che poteva paralizzarlo, non solo fisicamente ma anche moralmente, lo ha portato a sognare e a sperare più forte, a conoscere un Alex che non immaginava.

“Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa”. E’ con questo spirito che Zanardi, poco dopo la sua convalescenza, decide che le protesi in commercio non sarebbero state adatte alle sue esigenze e ne disegna un paio nuove, spinto dal desiderio di correre ancora. “Non è scritto da nessuna parte che se una cosa non è stata mai fatta prima non possa tu stesso riuscire a farla”. Così il pilota bolognese torna a gareggiare qualificandosi come campione nelle Turismo e Superturismo a bordo di una BMW modificata apposta per essere guidata senza gambe.

Dal 2004 al 2009 si aggiudica numerose vittorie e inizia ad appassionarsi all’handbike, una particolare tipo di bicicletta che viene spinta dalle braccia. “Ognuno ha le occasioni per partire e ripartire, per dimostrare e dimostrarsi che la vita è un’opera da accendere: è stato difficile e bellissimo ricostruire la mia esistenza, ma non ho qualità particolari, come qualcuno è portato a pensare. Ho fatto tutto per amore della vita”. Un instancabile ottimista, un testimone, in una parola un uomo vero. La sua grandezza non è nel mostrarsi invincibile ma nell’accettare i proprio limiti, non è nell’oro vinto sulle piste, ma nell’essere riuscito a trasformare l’imprevisto in occasione, l’amarezza in dolcezza, e a fare della sua debolezza un punto di forza.

 

 

Fonte foto: http://www.enervitsport.com/it/testimonial/ambasciatori/alex-zanardi_2189.htm