mini recensioni POG – film e libri

da | Apr 30, 2020 | gossip letterario, news | 0 commenti

“Leggere ci dà un posto dove andare anche quando dobbiamo rimanere dove siamo” (Mason Cooley)

Noi del POG ci abbiamo creduto, e con il desiderio e la volontà di non lasciarvi soli nella difficoltà del momento abbiamo voluto condividere con voi quei libri, ma anche quei film che per noi hanno avuto (e hanno ancora!) un significato particolare. Lo abbiamo fatto anche chiedendo aiuto ai molti amici del POG, che con pazienza assecondano tutte le nostre iniziative e a dirla tutta – cosa che non smette mai di stupirci! –  sono anche contenti di farlo e lo fanno con entusiasmo!
Cosa può significare leggere un libro o guardare un film in questo momento di forzato isolamento?
Evadere, di sicuro; staccare un attimo dai pensieri, dalle preoccupazioni, mettere un attimo in pausa il nostro presente. Riflettere: lasciarci stimolare da un tema importante, per uscirne arricchiti. Porci delle domande: lasciarci interrogare dagli spunti di una storia che magari parla anche a noi e alla nostra vita. Trovare conforto: una storia di speranza può aiutarci più di quanto pensiamo.

Se quindi “leggere” (e anche guardare un film, direi) “ci dà un posto dove andare”, dov’è che siamo stati in questo mese e mezzo (quasi due)?
Nicola Brunialti, per esempio, ci ha consigliato di andare per mare e trovare il coraggio di affrontare i nostri “mostri”, con “Moby Dick”, e di provare a pensare di vivere in un mondo ribaltato per cambiare i nostri punti di vista con “Il paradiso alla fine del mondo” (scritto da lui! Doveroso fargli pubblicità!). Arianna e Paolo ci hanno suggerito di approfittare di questo tempo per riflettere su tematiche importanti ed attuali come il razzismo, con una storia ambientata nell’Alabama degli anni ’30 ne “Il buio oltre la siepe”, e la questione dei migranti, rispetto a cui il libro “Se fosse tuo figlio” ci catapulta negli hotspot dove questi vivono dopo essere fuggiti da guerre e orrori. Ma ancora Arianna ci ricorda che anche in luoghi simili, che sembrano solo covi di disperazione si può trovare la speranza, come anche possiamo leggere in “Ciò che inferno non è”.
Ci siamo chiesti il valore dei sogni e cosa siamo disposti a fare per diventare ciò che siamo, e lo abbiamo fatto leggendo “Non dirmi che hai paura”, e guardando “Cielo d’ottobre” che ci ha spedito con un razzo addirittura nello spazio! Abbiamo fatto un bel viaggio attraverso gli Stati Uniti fino in Alaska, dove ci porta “Into the Wild”, per entrare nella verità delle relazioni e della felicità che senza di esse non può dirsi vera.
Con “Intelligenza emotiva” il viaggio c’è, ci ha detto Miriam, ma è dentro noi stessi e nell’incontro con le nostre emozioni, la cui conoscenza e gestione sana sono fondamentali per essere felici.
Siamo andati ben due volte a Gerusalemme, con Pietro per rileggere del processo ad Eichmann e di quella “Banalità del male” che permette in modo lento, silenzioso e compiacente l’azzeramento delle coscienze e l’ascesa dei regimi totalitari; poi con Simona, e con una storia, narrata in “Qualcuno con cui correre” che ci porta nella complessità dell’adolescenza e nella grandezza che da questa può scaturire.
Ancora Miriam ci ha suggerito di andare alla scoperta di noi stessi e dei nostri talenti, con la lettura di “Lettere a un giovane poeta”, anche per cercare la propria voce e contribuire a questa esistenza con un nostro verso, come dice l’indimenticabile professor Keating ne “L’attimo fuggente”.

Viaggi belli, destinazioni che non sono punti di arrivo, ma blocchi di partenza! Ognuna di queste storie è unica e significativa e può avere il valore di una testimonianza. Nel modello educativo del POG la testimonianza ha un’importanza fondamentale, per questo ci teniamo sempre a proporla in ogni progetto, perché sappiamo che niente arriva al cuore più di un’esperienza, di qualcosa che è stato vissuto sulla propria pelle; ma nell’attesa di poterci incontrare di nuovo abbiamo voluto affidare questo compito a queste storie, perché sappiamo che se accolte e fatte proprie possono formarci, darci delle conferme, farci scoprire qualcosa di ancora sconosciuto, stupirci e – perché no – anche magari smontare qualche certezza. In poche parole… farci crescere!